CREUZA DE MA vie della lotta 

Nel luglio del 2001 partìi insieme a mio fratello e due amici a manifestare contro il g8 a Genova. Ci andammo perché vivevamo le lotte della provincia più industrializzata d'Europa, ci andammo perché quello che succedeva in Kurdistan (per dirne una) non era accettabile, ci andammo per le multinazionali alzavano il tiro più di prima, perché le privatizzazioni diventavano aggressive, perché non credevamo ad un'Europa fatta dalle banche, perché i diritti dei lavoratori dopo anni di conquiste andavano indietro, come indietro andava il terzo settore. Ci sembrava che ci fosse qualcosa da proteggere, che il paese in un certo modo stesse indietreggiando a favore di una globalizzazione cinica , basata sui grandi capitali. Andammo lì con le migliori intenzioni e tornammo con le ossa rotte in senso fisico e anche morale. Raccontavamo ai nostri amici quello che. Avevamo vissuto ma erano più comode e più forti le verità che aveva passato la televisione. Anche i compagni con cui condividevamo le lotte stentavano a credere che nel nostro paese potesse accadere quello. Volevamo uscire dalla frustrazione e così decidemmo di raccontare il nostro viaggio attraverso l'arte del cunto che in quegli anni cominciavo o a studiare. Abbiamo dato forma alla voglia di raccontare, partendo dal nostro territorio e dalle passioni di una generazione che a Genova si era scontrata contro il muro di una nuova repressione. Diceva Danilo Dolci "rivoluzione vuol dire incontrarsi con sapiente pazienza". Quella rivoluzione non è mai finita e ai fatti di Genova è dedicato lo spettacolo 20anni. Una ballata metropolitana: utilizzando un linguaggio urbano che attinge all'antica arte del cunto, mischia antico e contemporaneo in una lingua universale che parla col suono più che col significato. È un racconto personale eppure collettivo allo stesso momento. È il punto di vista del cielo che guarda la folla colorata, i suoni, le danze, i canti, le speranze del mondo che si incontrano in un unico cammino. Poi di colpo, come in una brutta fiaba, tutto sale verso l'alto come il fumo nero dei lacrimogeni, le urla di paura, gli schizzi di sangue, la rabbia che spacca il petto, le fughe per le scalinate ... e dopo ore ecco il fischio del treno che riparte per andar via lasciando un pezzo di ognuno lì tra quelle strade, sotto quel cielo. Il treno come il tempo non si volge indietro, è un respiro affannato, è una voglia mai doma di libertà che attraversa tutti questi anni per chiedersi ancora il senso di questo viaggio, quello passato e quello da fare ancora

A proposito dello spettacolo 20ANNI cronache di inizio millennio dal G8 di Genova  (2002)  (2021)

© 2020 Viaggiatore Franco, Viale Marconi 10, 00156 Roma
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