ROTTE vie del mare

Il modo radicato di guardare il cielo, vivere la città e il rapportarsi al mare dei pescatori è stato soppiantato violentemente dal mutamento, dal progresso, laddove civiltà antica e miseria venivano erroneamente presentati come sinonimi. La tecnologia è specchio dell'ideologia che ha distrutto questo paese, perché la modernità è diventata nemica della cultura delle civiltà antiche. Infatti all'inizio i pescatori non volevano raccontare le loro storie, il contesto gli aveva insegnato a vergognarsi di quel passato di fatica e misera, avevano pudore. Tra un bicchiere di vino, un caffè e una briscola hanno aperto i loro cuori e le loro storie e non smettevano mai di raccontare. Di circa 30 pescatori ascoltati, oggi in vita ce ne sono soltanto due. Mai come in questa ricerca abbiamo compreso profondamente il racconto come prima forma educazione non formale, è così che venivano tramandati saperi, tecniche, conoscenza dei luoghi e delle rotte da seguire. "Di un paese non godi le 7 o le 77 meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda "(Italo Calvino Le città Invisibili). Questo lavoro nasce da uno spaesamento e finisce con un paese ritrovato: i pescatori non riconoscevano la città in cui erano cresciuti perché era troppo cambiata e poi erano abituati a vederla dal mare; io non riconoscevano i luoghi che mi raccontavano. Dai loro racconti e dall' ascolto abbiamo ricostruito e recuperato la geografia fisica e una mappa di memoria che nessuno più conosceva. Di queste storie ci sentiamo custodi. La lingua con cui le raccontiamo è semplice come la loro, diretta, evocativa; il ritmo si poggia sui flutti che trasportavano le loro barche.

Da questo lavoro è stato pubblicato il testo narrativo IL SOGNO DI ZIO CIANO Libridine Editore 

A proposito dello spettacolo I CUNTI DEL MARE  ( 2007)

© 2020 Viaggiatore Franco, Viale Marconi 10, 00156 Roma
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia